"Rapsodia" di Duccia Camiciotti
commento critico a cura di Carmelo Consoli
Rapsodia , ossia letteralmente componimento di intonazione epica , in questo caso poetico, di Duccia Camiciotti scritto,recitato, cantato a suon di rapimenti lirici e visioni di elementi naturali, storie popoli, accadimenti, spaccato delle bellezze e delle nefandezze prodotte dalla vicenda umana con quella sempre costante ricerca dell’origine, della sorgente degli stati di grazia e una altrettanto costante denuncia del loro inevitabile deterioramento , distruzione, morte e mistero, come è nel suo stile .
Nella forte poetica di Duccia Camiciotti troviamo sovente natura e umanità nel loro doppio aspetto edenico, di auree strabilianti bellezze e di distruzioni, catastrofi, eccidi.
Ultimo nato questo libro di una lunga serie di pubblicazioni che hanno segnato il cammino umano e poetico della poetessa( una delle maggiori , io credo,della nostra letteratura contemporanea), che si è battuta sempre per affermare al tempo stesso la mirabile condizione umana e ciò che di esaltante essa ha saputo creare nel suo fulgore creativo e l’aspetto contrario della fragilità,della feroce competizione, della distruzione ecologica e tecnologica sostenendo tenacemente valori fondamentali e rigori morali, cantando l’amore nella sua più ampia definizione e vestendosi di profonda pietà materna.
Dalle prime opere degli anni “80” “Prometeo” e “Apocalisse Tecnologica” fino ad oggi ( circa 30 anni ) più di 20 opere tra poesia e narrativa ( narrativa scritta spesso a due mani con il proprio compagno, passando per le opere degli anni “90” citiamo alcune “ Figurazione, “ Eden perduto” fino a quelle degli anni 2000 tra cui troviamo “ Risposta del vento”,” Sogno ricorrente”, “ Nelle braccia di Gea”, “ Sangrilà”, fino ad arrivare ai nostri giorni con “ Nostro quotidiano delirio” e “ Rapsodia”( e non ho qui citato alcun titolo della produzione narrativa).
Trenta anni di componimento poetico dal linguaggio alto e nobile, il cui percorso , io credo, sin dall’inizio è stato contrassegnato , come accade spesso nei grandi personaggi, da un progetto lirico e umano ,di ricerca culturale antropologica, filosofica, religiosa, dei fenomeni paranormali e di creazione della parola a confine aperto, senza alcuna limitazione, onde rappresentare l’umana commedia , ritrovandosi ben presto nel mezzo di un scontro conflittuale di universali dimensioni: quello tra il bene e il male,che lei ha rappresentato attraverso una dettato colto, raffinato arricchito dalle sue esperienze e frequentazioni esistenziali ( ricordiamo i suoi studi universitari di giornalismo a Urbino,l’esperienza presso l’accademia di arte drammatica a Roma, e l’insegnamento di estetica dell’arte; infine le lunghe personali ricerche e , la profonda influenza culturale avuta dal suo grande amore Claudio Battistich, orientalista di grande fama.
Nella concezione filosofica dell’essere di Duccia Camiciotti penso che si ritroviamo il divenire , il fluttuante , ma anche l’immutabile, l’eterna dimensione, quindi l’anelito al divino, e la limitazione della competizione terrena, la tendenza all’autodistruzione , dimostrazione questa della sua intelligenza speculare e del suo superiore intelletto che ha passato al vaglio vaste tipologie di culture( da quelle classiche a quelle antiche e mitologiche dalle esoteriche, alle orfiche, alle profetico sciamane, alle orientali in generale) sempre con quel raro dono che le è concesso di poesia, affascinante,umanissima cristallina, che sale da profondità sconosciute o scende da altezze accessibili agli iniziati con la sua immanente ricerca estetica .
Attraverso la sua capacità di veggenza e di interpretazione del visibile e invisibile, la sua arte e la sua umanità ha raggiunto una grande capacità di giudizio e di sincretismo filosofico, religioso, umano, intellettuale e artistico il cui risultato è un ’amalgama prezioso e affascinante creatore di meraviglioso dettato poetico .
Ma Vorrei condurvi per mano, solo per qualche istante all’interno di alcuni versi di questa poetessa per dimostrarvi a quale livello di linguaggio e di visione, o come si dice in gergo” trasfigurazione” o “ folgorazione” poetica ella è capace di accedere nel momento creativo, con una gamma infinita di sfumature ; quando ad esempio nella poesia “ Voi” apre recitando “/ quando Voi ritornate/ s’illuminano tutte le stanze/ .
Ecco che con due parole l’autrice ci presenta un ambiente che dall’oscurità dell’esistenza si anima improvvisamente di luce al ricordo delle persone care a lei( la madre, i bambini, l’amore ) e di come poi questa luminosità esploda negli anfratti di tutte le molecole del creato, oppure come quando nella poesia “ Remota città proibita” inizia con queste parole / “ E cammina, cammina eccomi alfine/ sulle terrazze a valle digradanti/nell’oro antico/ filato di luce/” –Vedete cosa può fare un’immagine, una foto in questo caso nella smisurata e grandiosa trasmutazione poetica di Duccia ella ci conduce con gusto fiabesco sui profili di mura gialle,su cui si stagliano disegni di anfore e nitidi cancelli, solitarie pagode spioventi dal lume azzurro cupo a verberare nel muschio sigillato dei giardini e ancora quando in Tibet( Pasqua 2008) comincia a raccontarci una storia andando a ritroso nei millenni ( Orsono quindicimila /primavere/ partivano dodici fratelli /di macedonia/ alle vette himalayane. e ancora mille altre visioni
Vedete questo è uno dei aspetti più belli e coinvolgenti della poetica di Duccia Camiciotti; quello di saperci sempre sorprendere con una varietà infinita di accenti, situazioni, visioni, introspezioni, considerazioni,domande e interrogativi,tra passato, presente e futuro con una estrema abilità nell’uso del verso che può accorciarsi mirabilmente in sintesi fulminanti o allungarsi in affascinati dialoghi o narrazioni, sempre in tonalità musicali molto belle.
Entrerò cosi brevemente nella struttura del libro lasciano poi a Roberta una più approfondita indagine sullo stesso.
La prima parte (natura e storia)si apre con descrizione di luoghi e paesaggi, in cui si mescolano armoniosamente secondo un copione ampiamente usato un passato aureo e glorioso e un presente di aridità e distruzione ed è il caso delle poesie “ Fonti del Clitunno” e “ Roma Trastevere” “ / O Roma mia, qui s’apre un lume d’oro/ fra le mura e le arcate a fior di pietra, mistica luna/ conclude Duccia ovviamente folgorata da una visione aurea di cui ci rende spettatori entusiasti.
Vedutismo che coinvolge contenuti della natura, luoghi dell’umana storia con rara sensibilità e capacità di cavalcare il magico filo conduttore degli eventi tra trionfi, catastrofi, di sintetizzare destini, innalzare cieli e templi a epoche trascorse, ripiegarsi in un profondo dolore per le oscenità dell’uomo passate e presenti , sempre pervasa da un alto senso di pietà e nobiltà e così in avanti tra castelli, sperdute carmelitane in un paese minuscolo, albe tra i monti archeologia,rievocazioni storiche , le grandi braccia della madre Gea per terminare con la bellissima poesia “ A Voi” di cui abbiamo già parlato.
Concludono la prima parte del libro i canti della Terra mongola, che si ispirano alle foto magnifiche di Graziella Bindocci ,la cui mostra si può visitare alla gadarte ,poesie che ci fanno sognare tra valli, canyons, vasti silenzi , piane desolate, venti burrascosi e figure umane in una attonita e secolare presenza( bella la visione il fanciullo che scruta l’orizzonte / da lucenti spiragli oculari) sempre in quel riandare tra passato e presente tra antico oro filato di luce , segreti di cortigiani guerrieri o del monarca avvolto d’oro zecchino e un giallo deserto lacrimato. Riferendosi agli splendidi trascorsi della terra mongola riflette Duccia recitando” Eppure so che tali cose esistono”.
Irrompe nella seconda parte del libro un altro tema dominante della poetica di Duccia Camiciotti che è quello della vibrante denuncia delle aridità e atrocità umane,dello smarrimento(vedi Canzone del cavaliere errante) dove dice “ / non evoca alle nuvole/ guglie di giada e d’oro”/ delle devastazioni ecologiche e tecnologiche, guerre, divisioni, repressioni , violenze sulle donne ,ma anche ( inno alle donne) quando dice “ Tu sei l’eroe / che non conosce se stesso , e poi incendi, alluvioni, fino alle vette Himalayane del Tibet dove recita“ Ahi , lama, bonzi, maestri/ uomini del mio cuore/piango dall’occidente/lontana dai vostri pavoni/ acrobati e narcisi. Questi “ Gli accadimenti”, come lei li chiama che si presentano al suo sguardo.
Ritorna la poetessa di “ Eden perduto”, Figurazione”, “Nostro quotidiano delirio” in Rapsodia elettronica” Canzone del Cavaliere errante “ Globi” “ Torrida estate del 2000 “ per passare in rassegna meraviglie e brutture, come è nel suo stile in cui forgia , come dice Anna Balsamo stati di grazia ed eccidi con la stessa lega d’oro e che assume in se tutto la stupefazione e il dolore dell’umanità, manifestando nobiltà e il suo impegno civile.
L’ultima parte del libro è dedicata a tre poemetti tra cui spicca quelli titolato “ Thanatos” (alla indimenticabile memoria di Claudio), dolcissimo e delicatissimo componimento tra vita, morte e dialogo con l’amato e l’ aldilà, con la semplicità e l’amore di chi vuole a sé il bene perduto .
dice tra l’altro : Ho fatto lega con un Dio “ Gli ho detto “ Senz’altro lo riconoscerai” stringeva una rosa nel pugno” .
gli altri poemi riguardano luoghi e leggende , di particolare pregio e ricca rappresentazione in cui a un profondo tratteggio veduti stico si uniscono elementi onirici, misterici, e la poetessa vaga in sorta di ipnotica luminosa veggenza tra mondi e profondità legandosi a figure e riferimenti storici , mitologici, come suo costume oltre la soglia dell’umana comprensione, oltre vita e morte con quella sua preziosa capacità di accedere al sovrannaturale.
Avviandomi alla conclusione di questa breve relazione sul libro di Duccia e su alcuni aspetti generali della sua vasta produzione poetica che meriterebbero ben altre attenzioni( vedi la ricchissima gamma di recensioni critiche a lei dedicate negli anni) vi dirò che a me piace rappresentare Duccia Camiciotti come una grande e nobile sacerdotessa al di sopra del tempo e del contingente a cui è permesso accedere in modo illuminante parimenti al sacro e al profano , alle concrete vicende dell’esistenza e ai misteri , la cui parola poetica è al tempo stesso carezza d’oro luminoso e spada tagliente, profonda comprensione e condanna senza appello, visione commossa e vibrante dello scontro esistenziale senza fine tra il bene e il male.
Carmelo Consoli
commento critico a cura di Carmelo Consoli
Rapsodia , ossia letteralmente componimento di intonazione epica , in questo caso poetico, di Duccia Camiciotti scritto,recitato, cantato a suon di rapimenti lirici e visioni di elementi naturali, storie popoli, accadimenti, spaccato delle bellezze e delle nefandezze prodotte dalla vicenda umana con quella sempre costante ricerca dell’origine, della sorgente degli stati di grazia e una altrettanto costante denuncia del loro inevitabile deterioramento , distruzione, morte e mistero, come è nel suo stile .
Nella forte poetica di Duccia Camiciotti troviamo sovente natura e umanità nel loro doppio aspetto edenico, di auree strabilianti bellezze e di distruzioni, catastrofi, eccidi.
Ultimo nato questo libro di una lunga serie di pubblicazioni che hanno segnato il cammino umano e poetico della poetessa( una delle maggiori , io credo,della nostra letteratura contemporanea), che si è battuta sempre per affermare al tempo stesso la mirabile condizione umana e ciò che di esaltante essa ha saputo creare nel suo fulgore creativo e l’aspetto contrario della fragilità,della feroce competizione, della distruzione ecologica e tecnologica sostenendo tenacemente valori fondamentali e rigori morali, cantando l’amore nella sua più ampia definizione e vestendosi di profonda pietà materna.
Dalle prime opere degli anni “80” “Prometeo” e “Apocalisse Tecnologica” fino ad oggi ( circa 30 anni ) più di 20 opere tra poesia e narrativa ( narrativa scritta spesso a due mani con il proprio compagno, passando per le opere degli anni “90” citiamo alcune “ Figurazione, “ Eden perduto” fino a quelle degli anni 2000 tra cui troviamo “ Risposta del vento”,” Sogno ricorrente”, “ Nelle braccia di Gea”, “ Sangrilà”, fino ad arrivare ai nostri giorni con “ Nostro quotidiano delirio” e “ Rapsodia”( e non ho qui citato alcun titolo della produzione narrativa).
Trenta anni di componimento poetico dal linguaggio alto e nobile, il cui percorso , io credo, sin dall’inizio è stato contrassegnato , come accade spesso nei grandi personaggi, da un progetto lirico e umano ,di ricerca culturale antropologica, filosofica, religiosa, dei fenomeni paranormali e di creazione della parola a confine aperto, senza alcuna limitazione, onde rappresentare l’umana commedia , ritrovandosi ben presto nel mezzo di un scontro conflittuale di universali dimensioni: quello tra il bene e il male,che lei ha rappresentato attraverso una dettato colto, raffinato arricchito dalle sue esperienze e frequentazioni esistenziali ( ricordiamo i suoi studi universitari di giornalismo a Urbino,l’esperienza presso l’accademia di arte drammatica a Roma, e l’insegnamento di estetica dell’arte; infine le lunghe personali ricerche e , la profonda influenza culturale avuta dal suo grande amore Claudio Battistich, orientalista di grande fama.
Nella concezione filosofica dell’essere di Duccia Camiciotti penso che si ritroviamo il divenire , il fluttuante , ma anche l’immutabile, l’eterna dimensione, quindi l’anelito al divino, e la limitazione della competizione terrena, la tendenza all’autodistruzione , dimostrazione questa della sua intelligenza speculare e del suo superiore intelletto che ha passato al vaglio vaste tipologie di culture( da quelle classiche a quelle antiche e mitologiche dalle esoteriche, alle orfiche, alle profetico sciamane, alle orientali in generale) sempre con quel raro dono che le è concesso di poesia, affascinante,umanissima cristallina, che sale da profondità sconosciute o scende da altezze accessibili agli iniziati con la sua immanente ricerca estetica .
Attraverso la sua capacità di veggenza e di interpretazione del visibile e invisibile, la sua arte e la sua umanità ha raggiunto una grande capacità di giudizio e di sincretismo filosofico, religioso, umano, intellettuale e artistico il cui risultato è un ’amalgama prezioso e affascinante creatore di meraviglioso dettato poetico .
Ma Vorrei condurvi per mano, solo per qualche istante all’interno di alcuni versi di questa poetessa per dimostrarvi a quale livello di linguaggio e di visione, o come si dice in gergo” trasfigurazione” o “ folgorazione” poetica ella è capace di accedere nel momento creativo, con una gamma infinita di sfumature ; quando ad esempio nella poesia “ Voi” apre recitando “/ quando Voi ritornate/ s’illuminano tutte le stanze/ .
Ecco che con due parole l’autrice ci presenta un ambiente che dall’oscurità dell’esistenza si anima improvvisamente di luce al ricordo delle persone care a lei( la madre, i bambini, l’amore ) e di come poi questa luminosità esploda negli anfratti di tutte le molecole del creato, oppure come quando nella poesia “ Remota città proibita” inizia con queste parole / “ E cammina, cammina eccomi alfine/ sulle terrazze a valle digradanti/nell’oro antico/ filato di luce/” –Vedete cosa può fare un’immagine, una foto in questo caso nella smisurata e grandiosa trasmutazione poetica di Duccia ella ci conduce con gusto fiabesco sui profili di mura gialle,su cui si stagliano disegni di anfore e nitidi cancelli, solitarie pagode spioventi dal lume azzurro cupo a verberare nel muschio sigillato dei giardini e ancora quando in Tibet( Pasqua 2008) comincia a raccontarci una storia andando a ritroso nei millenni ( Orsono quindicimila /primavere/ partivano dodici fratelli /di macedonia/ alle vette himalayane. e ancora mille altre visioni
Vedete questo è uno dei aspetti più belli e coinvolgenti della poetica di Duccia Camiciotti; quello di saperci sempre sorprendere con una varietà infinita di accenti, situazioni, visioni, introspezioni, considerazioni,domande e interrogativi,tra passato, presente e futuro con una estrema abilità nell’uso del verso che può accorciarsi mirabilmente in sintesi fulminanti o allungarsi in affascinati dialoghi o narrazioni, sempre in tonalità musicali molto belle.
Entrerò cosi brevemente nella struttura del libro lasciano poi a Roberta una più approfondita indagine sullo stesso.
La prima parte (natura e storia)si apre con descrizione di luoghi e paesaggi, in cui si mescolano armoniosamente secondo un copione ampiamente usato un passato aureo e glorioso e un presente di aridità e distruzione ed è il caso delle poesie “ Fonti del Clitunno” e “ Roma Trastevere” “ / O Roma mia, qui s’apre un lume d’oro/ fra le mura e le arcate a fior di pietra, mistica luna/ conclude Duccia ovviamente folgorata da una visione aurea di cui ci rende spettatori entusiasti.
Vedutismo che coinvolge contenuti della natura, luoghi dell’umana storia con rara sensibilità e capacità di cavalcare il magico filo conduttore degli eventi tra trionfi, catastrofi, di sintetizzare destini, innalzare cieli e templi a epoche trascorse, ripiegarsi in un profondo dolore per le oscenità dell’uomo passate e presenti , sempre pervasa da un alto senso di pietà e nobiltà e così in avanti tra castelli, sperdute carmelitane in un paese minuscolo, albe tra i monti archeologia,rievocazioni storiche , le grandi braccia della madre Gea per terminare con la bellissima poesia “ A Voi” di cui abbiamo già parlato.
Concludono la prima parte del libro i canti della Terra mongola, che si ispirano alle foto magnifiche di Graziella Bindocci ,la cui mostra si può visitare alla gadarte ,poesie che ci fanno sognare tra valli, canyons, vasti silenzi , piane desolate, venti burrascosi e figure umane in una attonita e secolare presenza( bella la visione il fanciullo che scruta l’orizzonte / da lucenti spiragli oculari) sempre in quel riandare tra passato e presente tra antico oro filato di luce , segreti di cortigiani guerrieri o del monarca avvolto d’oro zecchino e un giallo deserto lacrimato. Riferendosi agli splendidi trascorsi della terra mongola riflette Duccia recitando” Eppure so che tali cose esistono”.
Irrompe nella seconda parte del libro un altro tema dominante della poetica di Duccia Camiciotti che è quello della vibrante denuncia delle aridità e atrocità umane,dello smarrimento(vedi Canzone del cavaliere errante) dove dice “ / non evoca alle nuvole/ guglie di giada e d’oro”/ delle devastazioni ecologiche e tecnologiche, guerre, divisioni, repressioni , violenze sulle donne ,ma anche ( inno alle donne) quando dice “ Tu sei l’eroe / che non conosce se stesso , e poi incendi, alluvioni, fino alle vette Himalayane del Tibet dove recita“ Ahi , lama, bonzi, maestri/ uomini del mio cuore/piango dall’occidente/lontana dai vostri pavoni/ acrobati e narcisi. Questi “ Gli accadimenti”, come lei li chiama che si presentano al suo sguardo.
Ritorna la poetessa di “ Eden perduto”, Figurazione”, “Nostro quotidiano delirio” in Rapsodia elettronica” Canzone del Cavaliere errante “ Globi” “ Torrida estate del 2000 “ per passare in rassegna meraviglie e brutture, come è nel suo stile in cui forgia , come dice Anna Balsamo stati di grazia ed eccidi con la stessa lega d’oro e che assume in se tutto la stupefazione e il dolore dell’umanità, manifestando nobiltà e il suo impegno civile.
L’ultima parte del libro è dedicata a tre poemetti tra cui spicca quelli titolato “ Thanatos” (alla indimenticabile memoria di Claudio), dolcissimo e delicatissimo componimento tra vita, morte e dialogo con l’amato e l’ aldilà, con la semplicità e l’amore di chi vuole a sé il bene perduto .
dice tra l’altro : Ho fatto lega con un Dio “ Gli ho detto “ Senz’altro lo riconoscerai” stringeva una rosa nel pugno” .
gli altri poemi riguardano luoghi e leggende , di particolare pregio e ricca rappresentazione in cui a un profondo tratteggio veduti stico si uniscono elementi onirici, misterici, e la poetessa vaga in sorta di ipnotica luminosa veggenza tra mondi e profondità legandosi a figure e riferimenti storici , mitologici, come suo costume oltre la soglia dell’umana comprensione, oltre vita e morte con quella sua preziosa capacità di accedere al sovrannaturale.
Avviandomi alla conclusione di questa breve relazione sul libro di Duccia e su alcuni aspetti generali della sua vasta produzione poetica che meriterebbero ben altre attenzioni( vedi la ricchissima gamma di recensioni critiche a lei dedicate negli anni) vi dirò che a me piace rappresentare Duccia Camiciotti come una grande e nobile sacerdotessa al di sopra del tempo e del contingente a cui è permesso accedere in modo illuminante parimenti al sacro e al profano , alle concrete vicende dell’esistenza e ai misteri , la cui parola poetica è al tempo stesso carezza d’oro luminoso e spada tagliente, profonda comprensione e condanna senza appello, visione commossa e vibrante dello scontro esistenziale senza fine tra il bene e il male.
Carmelo Consoli